Sono sempre di più gli Altoatesini che si concedono una crociera. Così come la navigazione civile con le sue gravi conseguenze per il clima, anche l'industria delle crociere, settore in forte crescita, si vede sempre più esposta a critiche per via delle emissioni prodotte.
“E' vero che una piccola parte della flotta sta diventando sempre più pulita, ma la maggior parte delle navi viaggia a combustibile pesante e rinuncia alle tecniche di filtraggio per i gas di scarico. Ultimamente si assiste al varo di vascelli con motori a gas liquido (LNG, ovvero gas metano), ma anche questo è un carburante completamente fossile, la cui estrazione ha comunque delle sensibili conseguenze per l'ambiente” così l'associazione di difesa della natura tedesca (Nabu – Deutscher Naturschutzbund).
In cima alla classifica troviamo “AIDA Nova” di AIDA. La multinazionale italiana Costa Crociere, a cui fa capo AIDA, ha potuto pareggiare con un'altra new entry con propulsione a gas liquido nella flotta, la “Costa Smeralda”. Al terzo posto troviamo tre navi dell'armatore Hapag-Lloyd: “Europa 2”, “Hanseatic Nature” e “Hanseatic Inspiration”. Con netto distacco, storicamente abbonate agli ultimi posti in classifica, le navi dei colossi di settore MSC e Royal Caribbean. Anche TUI crociere raggiunge solo il 13° posto.
Chiesti interventi legislativi
Nabu chiede interventi legislativi decisivi. Bisogna finalmente dotare tutte le navi di tecnologie per pulire i gas di scarico, e renderle obbligatorie per poter entrare nei porti. Perché nonostante la comunità internazionale sia sotto pressione a causa della crisi climatica, gli operatori del settore crociere da anni inondano il mercato con colossi marittimi sempre nuovi, tutti a propulsione fossile. “Le azioni messe in atto dal settore economico non sono di certo al passo coi tempi, e sono del tutto irresponsabili” commenta il Direttore di Nabu, Leif Miller, chiedendo una rinuncia ai combustibili pesanti.
Niente corrente fornita da terra
Per la prima volta Nabu ha compreso nell'analisi anche il bilancio climatico delle navi, con risultati disastrosi. Per migliorare tale bilancio sarebbe possibile usare, nei periodi di sosta nei porti, corrente fornita da terra. Ma in Europa solo i porti di Kristiansand (N) e Amburgo (D) mettono a disposizione le infrastrutture necessarie, e solo poche navi dispongono dei relativi attacchi. Così, anche durante le soste in porto, l'energia a bordo viene fornita dai motori della nave, con buona pace delle preoccupazioni di frontisti e ambientalisti.
Il ranking completo è a disposizione su www.nabu.de.