Quante varietà di mele esistano non si sa precisamente. Il Centro federale tedesco per l'agricoltura e l'alimentazione stima che in tutto il mondo ve ne siano circa 20.000, ma le varietà coltivate a scopi commerciali sono meno di 100. I tipi di mela più importanti per il commercio corrispondono nell'aspetto, nella forma e nel gusto all'idea della mela "ideale", sono ad alta resa, immagazzinabili e facili da trasportare.
Molte delle varietà coltivate di recente sono le cosiddette “mele club”. Esse sono soggette a tutela varietale. Questo significa che hanno un titolare, il quale detiene i diritti di proprietà sulla varietà vegetale e che la tutela. "I produttori che desiderano coltivare una di queste varietà ed entrare a far parte del club esclusivo, sono tenuti a stipulare un contratto con il titolare della varietà per la coltivazione e la commercializzazione dei frutti e a pagargli i diritti di licenza", spiega Silke Raffeiner, nutrizionista presso il Centro Tutela Consumatori Utenti. "Nella coltivazione di queste varietà occorre rispettare determinate condizioni e alla loro commercializzazione si applicano determinati criteri di qualità (ad es. diametro del frutto, colore della buccia). Inoltre, da contratto i frutti non possono essere venduti a terzi o direttamente dal maso". Le varietà club vengono messe sul mercato con un proprio marchio. L'esempio più noto è il marchio Pink Lady® (varietà: Cripps Pink), mela commercializzata in tutto il mondo con un cuore rosa come logo e posizionata come prodotto premium. Per inciso, Cripps Pink è un incrocio tra le varietà Golden Delicious e Lady Williams.
Per i produttori di mele il sistema a club comporta dei vantaggi in termini di vendita a prezzi più elevati e di commercializzazione centralizzata. Per mantenere alto il prezzo, l'offerta di varietà club viene tenuta limitata.
I critici lamentano il fatto che le mele club rubino alle vecchie varietà di mele sempre più spazio sul mercato e di conseguenza anche nella coltivazione. Fanno inoltre notare che le nuove varietà conterebbero in genere quantità inferiori di polifenoli, che sono preziosi per la salute, oltre a possedere probabilmente un potenziale allergenico più elevato rispetto alle vecchie varietà di mele. Non da ultimo, la critica considera problematica anche la forte dipendenza dei produttori dal titolare di tutela della varietà vegetale, in quanto recedere dal contratto di licenza è difficile e svantaggioso.