5 febbraio: Giornata nazionale contro lo spreco alimentare

“È tempo di agire!”

Non tutto il cibo prodotto finisce nel piatto. Entro il 2030, la quantità di rifiuti alimentari nel settore della vendita al dettaglio e nell’ambito famigliare dovrà essere dimezzata. Ciò richiederà uno sforzo significativamente maggiore da parte di tutti rispetto al passato.

“È tempo di agire” è il motto della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare che si terrà il 5 febbraio. Mancano infatti solo cinque anni al 2030, termine ultimo per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Nei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite è incluso anche quello del dimezzamento dello spreco alimentare globale (pro capite) nel settore della vendita al dettaglio e nelle famiglie (Obiettivo 12.3). Inoltre, le perdite alimentari devono essere ridotte lungo l'intera catena di produzione e di fornitura.

In Italia, la quantità di rifiuti alimentari nelle famiglie, comprese le parti non commestibili, è stimata in 107 chilogrammi per persona all'anno, secondo il rapporto internazionale “Food Waste Index Report 2024”. In Alto Adige, l'entità dello spreco alimentare è ancora in gran parte sconosciuta. L'Ufficio provinciale per la gestione dei rifiuti sta attualmente cercando di raccogliere i dati necessari per quantificare lo spreco alimentare in provincia.

Allo stesso tempo, esistono approcci e iniziative promettenti
Nel 2024, uno studio condotto dalla Libera Università di Bolzano in un hotel a 3 stelle in Alto Adige ha dimostrato che anche semplici messaggi posizionati al buffet della colazione hanno un'influenza positiva sul comportamento degli ospiti e portano a una significativa riduzione dei rifiuti nei piatti (Schäufele-Elbers et al. 2024).
In Germania, 14 aziende del settore del commercio all'ingrosso e al dettaglio (tra cui Aldi, Lidl, Edeka e Rewe) si sono impegnate volontariamente a ridurre i propri rifiuti alimentari del 30% entro il 2025 e del 50% entro il 2030. Gli alimenti ancora commestibili saranno consegnati ai banchi alimentari e ad altre organizzazioni sociali, mentre si tenterà di vendere i prodotti a breve scadenza. Le catene di logistica e del freddo devono essere ottimizzate, e il personale deve essere formato. Infine, ma non meno importante, in futuro saranno venduti più prodotti alimentari che presentano dei “difetti”.
In Austria, dalla fine del 2023 i rivenditori di generi alimentari sono obbligati a comunicare al Ministero dell'Ambiente, quattro volte all'anno, la quantità di cibo donato e la quantità di cibo smaltito come rifiuto.
In Svizzera, la Schweizer Tafel 2024 è riuscita a espandere ulteriormente la sua rete con i rivenditori e l'industria alimentare, aumentando la quantità di cibo salvato del 18% rispetto all'anno precedente.

Con la guida “Cucinare con gli avanzi – Il recupero creativo delle eccedenze e degli avanzi alimentari”, il Centro Tutela Consumatori Utenti (CTCU) spiega come preparare nuovi piatti a partire dalle eccedenze e dagli avanzi di cibo, e fornisce informazioni su come acquistare e conservare gli alimenti in base alle necessità. Per Silke Raffeiner, consulente esperta di nutrizione del CTCU, una maggiore valorizzazione del cibo è molto importante: “Se si dà valore al cibo, è molto probabile che si faccia più attenzione e lo si utilizzi nel migliore dei modi invece di sprecarlo, compresi gli avanzi”.

I consigli del CTCU per evitare gli sprechi alimentari sono disponibili al seguente link:
https://www.consumer.bz.it/sites/default/files/2021-02/consigli-ctcu.pdf

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