Assicurazioni vita: polizze a capitale rivalutabile

Davvero una buona scelta per chi decide di investire lì i propri risparmi?

Il Centro Tutela Consumatori Utenti (CTCU) è da molto tempo che sta monitorando le polizze vita a capitale rivalutabile con occhio critico: troppo spesso sono stati accertati (gravi) intoppi per i consumatori-sottoscrittori, troppo spesso sono state registrate (gravi) perdite in conto capitale. E di ciò ci si accorge, in genere, solo alla fine dell'investimento, oppure appunto in occasione del riscatto anticipato. Se poi il capitale liquidato non corrisponde alle aspettative, molti consumatori si rivolgono, indignati, al servizio di consulenza del CTCU, chiedendo spiegazioni e consigli.

In questi colloqui raccontano anche di quali siano stati gli “argomenti” utilizzati dai consulenti delle compagnie a favore di questi prodotti, al fine di far concludere i relativi contratti. A nostro avviso, per alcune delle frasi riportate, la definizione di “emerite assurdità” è fin troppo benevola.

  • “... non è una polizza vita, no no – si tratta di un “piano di risparmio“
  • “... siccome con noi ha una polizza rc-auto, le diamo anche la polizza vita gratis, deve solo fare un versamento di conferma.”
  • “... se firma questo contratto, il conto corrente è gratis!”
  • ”... deve solo firmare il documento, poiché è cambiato il logo della società, e tutti devono firmare il contratto con il nuovo logo.”
  • “... dalla banca dati risulta che ci sarebbero dei capitali da recuperare da un vecchio contratto, e se firma questo nuovo contratto possiamo recuperarli!”
  • “... solo se firma questo contratto possiamo farle uno sconto sulla polizza rc-auto.” e via dicendo...

 

Nelle polizze vita a capitale rivalutabile, il sottoscrittore versa alla compagnia un premio, con cadenza mensile, trimestrale, semestrale oppure annuale. La compagnia assicuratrice si impegna a pagare a fine contratto, al sottoscrittore (o ad altro beneficiario indicato nel contratto) un dato capitale, maggiorato anche del rendimento eventualmente maturato nel periodo.

In ogni caso, questi contratti prevedono un determinato capitale iniziale assicurato, che può essere rivalutato di anno in anno. I premi confluiscono in una cd. “gestione separata”, gestita dalla compagnia assicuratrice. Un parte dei rendimenti realizzati con la gestione separata viene aggiunta, di anno in anno, al capitale assicurato; l'entità di questa parte è fissata nel contratto.

I rendimenti reali di questo tipo di contratti sono spesso al di sotto delle aspettative, e in numerosi casi analizzati i sottoscrittori hanno subito perdite in conto capitale, a volte anche rilevanti. Le perdite possono scaturire da più cause, anche diverse fra loro: alcuni contratti hanno costi davvero molto alti e/o prevedono delle penalità in caso di un'uscita anticipata (il riscatto) che comportano sensibili decurtazioni dei rimborsi.

Uno sguardo ai premi incassati fa capire subito che non stiamo parlando di un fenomeno di nicchia: nel 2015 il totale dei premi incassati dalle compagnie nella vendita di polizze vita in Italia ammonta ad oltre 110 miliardi di euro! Suddividendo questa cifra per gli abitanti compresi fra i 20 ed i 60 anni, si ottiene una spesa media pro capite di quasi 3.400 euro!

 

Il nostro consiglio

Il nostro consiglio spassionato è quello di prestare molta attenzione a tale tipologia di contratti. Prima di firmare alcunché, prendetevi assolutamente il tempo di leggere, ma soprattutto comprendere bene, il fascicolo informativo. Fascicoli troppo voluminosi possono nascondere insidie (rischi) e costi non facilmente individuabili.

E' poi molto importante controllare i cd. “prospetti esemplificativi di rendimento o riscatto” presenti nel fascicolo informativo, soprattutto quella che viene indicata come la cd. “ipotesi a”, la quale riflette lo scenario peggiore che si potrebbe concretizzare nell'investimento. Così facendo potrete avere una prima stima dei premi da versare (cumulo dei premi) e del presumibile capitale che vi verrà rimborsato (riscatto), aggiornato anno per anno fino alla fine dell'investimento. Attenzione anche alla cd. “ipotesi B”, calcolata ad un tasso ipotetico del 2%: essendo appunto ipotetico non si tratta di un tasso “garantito”!

Chi avesse difficoltà a comprendere i dettagli del contratto, vuoi per la complessità del prodotto stesso, vuoi per il linguaggio tecnico utilizzato, farà bene a farsi consigliare da un esperto indipendente.

Chi invece avesse già sottoscritto un simile prodotto, deve accertarsi se sia ancora possibile revocare la proposta o recedere dal contratto di assicurazione. L'assicurato può infatti recedere dalla proposta di assicurazione fino alla ricezione, oppure dal contratto di assicurazione stesso (polizza) entro il termine di 30 giorni, decorrenti dal giorno della ricezione della polizza. La revoca nonché il recesso va comunicato per iscritto tramite raccomandata AR alla compagnia.

Per coloro che abbiano concluso tale tipo di contratti e per i quali siano magari già decorsi i termini per il recesso, faranno bene a chiedere alla propria compagnia le seguenti informazioni (meglio se per iscritto):

  • - ammontare dei costi (una tantum e ricorrenti) previsti dal contratto,
  • - ammontare del capitale assicurato,
  • - montante dei premi versati,
  • - attuale valore di riscatto, cioè il valore che viene versato all'assicurato in caso di chiusura anticipata dal contratto.


Il CTCU mette a disposizione un fac-simile di richiesta.

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