Cos’è l’etichettatura ambientale degli imballaggi?

Dal 1° gennaio 2023 in Italia è in vigore l’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi, in base al quale tutti gli imballaggi immessi sul mercato devono essere etichettati per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero e il riciclaggio degli stessi, e per informare i consumatori sulla raccolta differenziata. Inoltre, i produttori di imballaggi sono tenuti a comunicare il tipo di materiali utilizzati per comporre il packaging. Le nuove norme si applicano, con poche eccezioni, agli imballaggi di tutti i prodotti e quindi anche a quelli per gli alimenti.

“Sulle confezioni destinate ai consumatori, per ogni componente che è separabile manualmente devono essere riportati il codice del materiale, la categoria dei materiali riciclabili (carta, metallo, vetro, plastica, rifiuti organici, rifiuti residui) e un’indicazione sulla raccolta differenziata”, spiega Silke Raffeiner, nutrizionista presso il Centro Tutela Consumatori Utenti. È consigliata la dicitura “Raccolta differenziata – Verifica le disposizioni del tuo Comune”. Le informazioni devono essere riportate in italiano e possono essere rese disponibili anche su supporto digitale (ad es. mediante QR code).

A titolo esemplificativo, su un sacchetto di carta per il pane con una finestra di plastica trasparente (separabile a mano), l’etichettatura ambientale si presenta così:

 

 

etichetta ambientale

Fonte: Linee guida del Ministero dell’Ambiente

 

In questo esempio, le indicazioni PAP 22 (carta), Carta (categoria: carta e cartoncino), LDPE 4 (polietilene a bassa densità), Plastica (categoria: materiali sintetici) e Raccolta differenziata sono obbligatorie, mentre le rimanenti sono consigliate.

Le scorte di imballaggi immesse sul mercato prima del 1° gennaio 2023 e pertanto non ancora conformi ai nuovi requisiti possono essere utilizzate fino a esaurimento scorte.

 

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