Estate, sole … e protezione solare!

 

Scottature, già al secondo giorno di vacanza? Si possono facilmente evitare! Il Centro Tutela Consumatori Utenti offre utili consigli per proteggersi dai raggi solari ed informazioni sui prodotti solari in commercio.
Le scottature della pelle non sono solo sgradevoli e dolorose, ma aumentano anche la probabilità di sviluppare il cancro alla pelle, perché le radiazioni UV ne sono proprio la causa principale. Anche se questo legame è ormai ben noto, molte persone prendono ancora il problema molto alla leggera.

Tipologie di pelle: da quella celtica a quella mediterranea
La reazione della pelle alla luce solare dipende molto dal tipo di pelle. Le persone che provengono dai paesi del nord hanno di norma una pelle molto meno pigmentata di quelle che provengono dalle regioni più vicine all'equatore. Più alto è il contenuto di melanina naturale nelle cellule della pelle, meno sensibile sarà alle scottature.
Si distinguono sei diversi tipi di pelle: da quello di tipo 1 (il tipo celtico – che si scotta facilmente) a quello di tipo 4 (quello mediterraneo che raramente si scotta), i primi quattro tipi rientrano nelle tipologie di pelle europee.

Quanto sono dannose le radiazioni UV?
Le radiazioni ultraviolette si distinguono in base alla loro lunghezza d'onda: UVA, UVB e UVC. Quelle che abbronzano sono le UVB e che, in caso di eccessiva esposizione al sole, provocano anche le scottature. Sono le stesse radiazioni che possono trasformare le cellule della pelle in cellule tumorali. I raggi UVA invece, penetrano in profondità, non causano scottature ma possono danneggiarla e a lungo termine formando i radicali liberi che provocano un invecchiamento precoce della pelle e la possibilità di sviluppare un tumore molto invasivo (il melanoma maligno). Mentre l'atmosfera ci protegge da circa il 90% delle radiazioni UVB, le radiazioni UVA raggiungono quasi al 100% la superficie terrestre.

Come proteggersi dal troppo sole?
Il modo più efficace per proteggersi è quello di non sostare sotto il sole nelle ore in cui i raggi sono diretti, ovvero tra le 11 e le 15, momento in cui le radiazioni solari sono più intense. In queste ore è meglio stare all'ombra.
Anche l'abbigliamento può proteggere dai raggi UV: per neonati e bambini esistono particolari indumenti adatti anche per andare in acqua. La pelle che non può essere coperta invece, deve essere idratata con creme solari che proteggono sia dai raggi UVA che da quelli UVB.

Quale fattore di protezione usare? 15, 30 o 50?
Il fattore di protezione solare (SPF: dall'ingelse Sun Protection Factor) fornisce un'indicazione numerica relativa alla capacità del prodotto di schermare o bloccare i raggi del sole. Il fattore di protezione 30 significa che siamo protetti dalle radiazioni 30 volte più a lungo che senza protezione, prima che la nostra pelle si scotti. Inoltre bisognerebbe idratare e proteggere la nostra pelle, non solo quando siamo in spiaggia o in piscina, ma anche quando andiamo in montagna o a fare shopping.
Più la pelle è chiara, più si raccomanda un alto fattore di protezione solare (SPF 30), mentre con pelle più scura o già un po' abbronzata si può usare un fattore di protezione solare medio (SPF 15-20). Per i bambini invece si raccomanda una crema che abbia un fattore di protezione molto alto (SPF 50) e che contenga anche filtri minerali privi di conservanti e profumi.
Le creme solari che di solito si trovano sul mercato contengono filtri solari chimici mentre esistono anche creme naturali che utilizzano invece schermi costituiti da minerali come il biossido di titanio e l' ossido di zinco. Alcuni dei filtri chimici (benzofenone-3, Octocrylene) sono sospettati di agire come un ormone, e sono stati riscontrati anche nel latte materno. La rivista tedesca Öko-Test consiglia l'uso di filtri solari che abbiano un filtro minerale, anche alcuni studi indicano che le nano-particelle presenti nel filtro potrebbero potenzialmente essere assorbite dal corpo attraverso la pelle.
La crema, il latte solare o gli spray devono essere applicati in maniera generosa ed abbondante perché solo così la schermatura diventa veramente efficace.
Attenzione: anche riapplicando il prodotto, la durata della protezione non può essere estesa, e pertanto il tempo di esposizione massimo non deve essere superato.

Cosa significa resistente all'acqua?
Durante il bagno o a causa di una forte sudorazione, anche le creme "resistenti all'acqua" perdono una parte del loro effetto schermante: in questi casi si raccomanda di applicarle nuovamente.

Luci ed ombre delle protezioni solari
Numerosi test condotti da diverse organizzazioni di tutela dei consumatori hanno provato che le creme solari presenti sul mercato offrono mediamente una buona protezione contro i raggi UVA e UVB, mentre di contro contengono spesso altre sostanze nocive per la salute. La rivista italiana "Il Salvagente", ha riportato nel numero di luglio, un'indagine effettuata da due associazioni dei consumatori, una spagnola ed una inglese. Cinque delle 14 creme solari testate non raggiungono l'effetto protettivo indicato contro i raggi UVB (SPF 30), mentre tutte e 14 offrono una protezione sufficiente contro i raggi UVA. I prezzi variano da 38,35 euro fino a 124,95 euro al litro. La peggiore nel test è risultata essere quella più cara, mentre la migliore è risultata essere la quarta tra quelle piú economiche.
La rivista "Il Salvagente", nella propria indagine, aggiunge al test la lista delle sostanze presenti e  potenzialmente dannose per la salute, come il fenossietanolo, parabeni, siliconi, polietilenglicole (PEG), idrossi-butiltoluene (BHT), paraffina e certe fragranze che possono essere tossiche, irritanti o classificate come allergeniche, sostanze che possono influenzare il sistema ormonale, modificare la permeabilità della pelle o ostruirne i pori. Tutti i 14 filtri solari testati contengono tra le zero e le sei di queste sostanze. Per evitarle si dovrebbero preferire prodotti cosmetici certificati naturali.
Il migliore tra i prodotti testati è "Cien Sun Latte Solare biologico", acquistabile presso la Lidl. Questa crema solare vince il primo posto nella classifica grazie al suo filtro fisico (o minerale) UV, fatto di ossido di zinco (ZnO), che è un composto chimico di zinco e ossigeno. Nella scelta della giusta protezione solare questi filtri UV minerali (o fisici) sono infatti preferibili ai loro "cugini" organici (o chimici). Secondo la "Food and drug administration" americana, infatti, anche solo una applicazione dei filtri chimici potrebbe risultare dannosa per il nostro organismo.

Informazioni più dettagliate si trovano sulla rivista appena citata: Il Salvagente. La rivista è consultabile presso il Centro Tutela Consumatori Utenti di Bolzano.

 

like-512_0.png

like-512_0.png

Top