Il Centro Tutela Consumatori Utenti e la Rete Onde Civiche prendono parte alla Giornata mondiale di mobilitazione contro il 5G

Sabato 25 gennaio in molti Paesi del mondo sarà la prima Giornata Mondiale di protesta contro il 5G. Non è che la prima delle molte che seguiranno, per far sentire le voci della società civile e fermare l’irradiazione dilagante sul Pianeta. In questi giorni, l’Appello sul 5G in terraferma e dallo spazio, con oltre 3.300 pagine di firme, verrà consegnato in molti Paesi ai responsabili politici. Già sono in orbita i primi 120 dei complessivi 20mila nuovi satelliti programmati per interagire con droni sulla terraferma.

Con l’acronimo 5G si definisce la "quinta generazione” della tecnologia radiomobile: stando ai programmi elaborati dall’industria, il 5G andrà ad aggiungersi alle tecnologie di trasmissione esistenti, soprattutto con l’intento di interconnettere gli oggetti. Tra questi si può pensare in ambito domestico al frigorifero o alla lavatrice, ma vi si comprende anche l’auto a guida autonoma. Tra gli argomenti di maggiore attrattiva si parla di un miglioramento di Internet (ovvero della sua fruizione via radio), ma si fa molta attenzione a tacere riguardo all’altra faccia della medaglia. Si tratta  soprattutto di un enorme aumento dell’inquinamento elettromagnetico, ma anche di una più capillare sorveglianza su ogni singolo individuo.

Anche la nostra provincia, che i governanti vorrebbero trasformare in una „smart country“ (vedi programma di governo SVP-Lega), si sta dando da fare per aumentare gli oggetti interconnessi ed inventarsi sempre nuove applicazioni tanto utili per gestire i rapporti tra la Pubblica Amministrazione e il cittadino. La Rete Onde Civiche lamenta come addirittura siano in corso campagne di informazione non del tutto trasparenti volte decisamente a rassicurare, e a relativizzare la portata dei cambiamenti che il 5G provocherà in termini di ambiente e salute sul nostro territorio. Già nove Comuni della nostra provincia hanno espresso un chiaro NO a impianti di nuova generazione, pretendendo che, prima di dargli il via libera, si dimostri al di là di ogni dubbio che questo nuovo standard tecnologico è perfettamente innocuo.

Il Governo nazionale, prima di vendere all’asta le nuove frequenze di trasmissione, ha “dimenticato“ di richiedere preventivamente i due pareri sanitari obbligatori previsti dalla Legge italiana. Il risultato di questa omissione potrebbe portare a spostare ogni responsabilità circa gli effetti sanitari degli impianti in capo ai primi cittadini delle località scelte per la localizzazione delle antenne.

In molte aree della provincia si sono raccolte firme per presentare una petizione ai Sindaci e chiedere loro di sospendere qualsiasi autorizzazione relativa all’ambito del 5G. Giovedì 15 gennaio la Rete Onde Civiche ha consegnato al Sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi, un plico con 1.612 firme raccolte in città. In tale occasione il Sindaco ha promesso il proprio interessamento nonché alcune azioni concrete, ad esempio far verificare che in nessuna delle strutture comunali frequentate da minori (asili, scuole elementari e medie) siano attive reti wi-fi.

Vorremmo anche ricordare che un anno fa il TAR del Lazio ha pronunciato una condanna a carico di tre Ministeri della Repubblica Italiana, ovvero dei dicasteri dell’Ambiente, della Pubblica Istruzione e della Salute. Questi sono stati riconosciuti colpevoli di non aver attuato alcuna informazione circa i rischi connessi alla telefonia cellulare, nonostante gli obblighi in tal senso sanciti dalle Leggi in vigore. Sabato 25 gennaio saremo presenti al mattino in Piazza Vittoria a Bolzano, per sostenere il diritto dei cittadini alla tutela della salute e dell’ambiente e distribuire materiale informativo.

 


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