La sostanza chimica bisfenolo A (BPA) è utilizzata nell’industria della plastica per la produzione di policarbonati e resine epossidiche. Di policarbonati sono generalmente fatti i dispenser d’acqua, i barattoli per le conserve, le borracce e le bottiglie a rendere. Le resine epossidiche si usano per realizzare i rivestimenti interni, ad esempio, delle lattine per le bevande e delle scatolette degli alimenti.
È noto ormai da tempo che piccole quantità di bisfenolo A possono migrare dagli imballaggi o dai rivestimenti in plastica negli alimenti e nelle bevande. Il BPA appartiene inoltre ai cosiddetti interferenti endocrini - sostanze che influenzano l’equilibrio ormonale nel corpo – motivo per cui, dal 2011 l’UE ne ha vietato l’utilizzo nella produzione di biberon.
Nel 2023 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha riesaminato la sicurezza del bisfenolo A, giungendo alla conclusione che, a causa delle concentrazioni ingerite, il BPA rappresenterebbe un rischio per la salute dei consumatori di tutte le fasce d’età. Nello specifico, potrebbe avere un effetto dannoso sul sistema immunitario e sull’equilibrio ormonale e aumentare, inoltre, il rischio di malattie cardiovascolari. L’EFSA ha abbassato di 20.000 volte la dose giornaliera tollerabile di BPA e ha invitato la Commissione europea ad adottare ulteriori misure a tutela della popolazione.
Sulla base di tutto ciò, la Commissione europea ha deciso di vietare in larga misura l’utilizzo di BPA negli imballaggi alimentari: il relativo regolamento è entrato in vigore il 20 gennaio 2025. “Il bisfenolo A e i suoi sali non potranno più essere utilizzati per la produzione di materiali che entrano a contatto con gli alimenti”, riporta Silke Raffeiner, nutrizionista presso il Centro Tutela Consumatori Utenti. “I suddetti materiali non potranno più essere immessi sul mercato. Inoltre, negli alimenti non dovrà più essere rilevabile BPA proveniente dalla rispettiva confezione”. Per la maggior parte dei materiali si applica un periodo di transizione di 18 mesi (fino a luglio 2026), per determinati materiali, come quelli di cui sono costituiti i contenitori per il pesce, la frutta e la verdura, tale periodo è invece di 36 mesi (fino a gennaio 2028).
Le aziende devono ora convertire la produzione in tempi relativamente brevi a nuovi materiali privi di BPA. Tra le possibili alternative vi sono polimeri ricavati dalla cellulosa o da materie prime di origine vegetale, materiali sintetici considerati innocui e soluzioni a rendere in vetro o acciaio inossidabile.
Le organizzazioni per la tutela dei consumatori vedono il divieto del bisfenolo A con un occhio che ride e uno che piange. Da un lato accolgono con favore il divieto, richiesto da tempo, ma dall’altro criticano il fatto che venga introdotto soltanto ora. Nel frattempo, i consumatori sono stati messi inutilmente in pericolo per anni.