Protesi dentali: dichirazione di conformità

No ad alcun mostro burocratico a carico dei pazienti legato alla dichiarazione di conformità europea

Il CTCU: per la qualità delle protesi dentali sarebbe necessario un monitoraggio

Da parte degli odontoiatri altoatesini ovvero del loro presidente dott. Rampulla viene periodicamente avanzata la richiesta secondo cui, per i rimborsi di prestazioni protesiche, la Provincia dovrebbe farsi consegnare dai pazienti la dichiarazione di conformità europea (che tra l’altro deve essere redatta, per legge, in lingua italiana).

Ciò che appare così semplice, costituisce per i pazienti un ulteriore ostacolo. Il problema è che gli odontotecnici, quali realizzatori di dispositivi medici su misura, devono consegnare all’odontoiatra una dichiarazione di conformità della protesi dentale realizzata. Purtroppo, la legge non stabilisce che l’odontoiatra sia obbligato a consegnare direttamente al paziente la dichiarazione dell’odontotecnico, bensì solo su sua richiesta.

Ciò implica che, ad oggi, molti dentisti, anche locali, conservino e non consegnino la dichiarazione di conformità per i loro pazienti. Non si può pretendere che i pazienti, con la richiesta di rimborso, si accollino anche le mille difficoltà per entrare in possesso della dichiarazione di conformità. Contro quest’onere aggiuntivo a carico dei pazienti, si esprime da sempre il Centro Tutela Consumatori Utenti (CTCU) e lo ribadisce con forza anche oggi. A tale riguardo, il direttore del CTCU Walther Andreaus dichiara: “L’attestazione di qualità costituisce un’informazione ed una documentazione importante per i pazienti e non dovrebbe essere utilizzata per tutelarsi contro la concorrenza degli odontoiatri esteri”. La Pubblica Amministrazione non dovrebbe cedere alla levata di scudi della lobby dei dentisti diventandone il mero esecutore. Abbiamo esempi in cui i pazienti hanno dovuto attendere ben 6 mesi per la consegna”.

Il CTCU suggerisce ai pazienti di farsi consegnare comunque una copia della dichiarazione di conformità. Oltre alle informazioni previste per legge vi viene indicato anche il prezzo del dispositivo medico.

Ciò che invece costituisce un problema e contro cui bisognerebbe davvero prendere provvedimenti è la qualità delle protesi dentali. Accade, infatti, non di rado, che tra i dentisti esteri, ma anche tra quelli locali, la qualità del lavoro e dei materiali non sia consona e che già dopo pochi mesi o anni emergano gravi difetti o problemi. A tal proposito si richiede un monitoraggio adeguato. Al CTCU sono convinti che, se proprio una clinica odontoiatrica provinciale non è realizzabile, perlomeno si dovrebbe effettuare una perizia sugli errori di trattamento, che consentirebbe anche di riconoscere in anticipo le “pecore nere”. I pazienti incontrano particolari difficoltà nelle richieste di rimborso aventi ad oggetti la mancanza di qualità della prestazione. Un'adeguata prevenzione aiuterebbe maggiormente. Anche i consumatori possono tutelarsi chiedendo un supplemento di garanzia scritto, che in ogni caso dovrebbero superare i 2 anni previsti per legge.

Il CTCU chiede all’Assessora provinciale alla Sanità un colloquio chiarificatore su questa problematica.

Visti i rimborsi ridotti e i costi crescenti, i cittadini sono sempre più costretti a cercare altrove soluzioni più economiche. A Bolzano, il costo di impianti dentali con corona va dai 1.300 ai 2.000 euro. Nell’Europa dell’est essi costano circa la metà. Nella migliore delle ipotesi, i pazienti con reddito basso ricevono un rimborso di qualche centinaia di euro. Per gli impianti continua a non esserci alcun rimborso. Come ultima via di uscita, a molti non resta che fare un viaggio nell’Europa dell’est o, per chi guadagna poco, rivolgersi ai distretti sociali, che in determinate circostanze rimborsano gran parte della fattura.

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