CTCU: Quali sono i cambiamenti in arrivo e quali alternative ci sono?
A partire dall'8 febbraio, al popolare servizio di messaggistica Whatsapp verranno applicati nuovi termini e condizioni. Questi saranno introdotti a seconda del motto "prendere o lasciare", pertanto chi non accetta le condizioni non potrà più usufruire del servizio.
Il motivo di questa novità è la nuova funzione di Whatsapp, la cosiddetta "Whatsapp Pay", non ancora attiva in Italia, ma che in futuro fornirà al servizio di messaggistica una nuova funzione di shopping e di pagamento. I nuovi termini riguardano l'utilizzo dei dati da parte di "Whatsapp di Facebook": le nostre interazioni sul servizio di messaggistica saranno trasferite a Facebook e viceversa, e utilizzate per scopi di marketing.
In pratica, questo significa che se contattiamo un'azienda tramite Whatsapp, successivamente ci appariranno anche i suoi annunci su Facebook.
Cosa possono fare i consumatori?
Per quanto riguarda questo cambiamento, come detto, non c'è alternativa: se si vuole continuare a utilizzare il servizio, bisogna accettare le nuove condizioni e i termini. Al seguente link (https://www.lealternative.net/2020/01/09/alternative-a-whatsapp/), si possono trovare alcune alternative a Whatsapp, come Threema, Signal e simili, perciò se non si vogliono accettare le nuove condizioni, è possibile scegliere un servizio di messaggistica alternativo.
"Per il momento non ci dovrebbero essere grandi cambiamenti", commenta Gunde Bauhofer, direttrice del Centro Tutela Consumatori. "Tuttavia siamo tutti consapevoli - almeno inconsciamente - che con ogni "mi piace" divulghiamo anche i nostri dati, e che questi dati possono essere utilizzati per azioni di marketing. Il fatto che questo cambiamento di condizioni sia 'drastico' o meno dipende anche dall'utilizzo che si fa di questi due servizi".
Interessante è anche un'altra questione che vede coinvolti Facebook e Whatsapp dall'altra parte dell'oceano: la Commissione federale del Commercio degli Stati Uniti e 48 Stati americani hanno citato in giudizio Facebook a dicembre, chiedendo la vendita dei servizi Whatsapp e Instagram.